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Agli Stati Generali l’agricoltura presenta un “conto” da 12,3 miliardi

L’emergenza Covid-19 ha provocato al settore primario nazionale perdite stimate in 12,3 miliardi di euro sull’intero 2020 per effetto del taglio alle esportazioni, delle difficoltà e chiusure di bar e ristoranti, del crollo dei flussi turistici, della pesante contrazione delle quotazioni alla produzione. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione della convocazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per gli Stati Generali.

Da quando è iniziata la pandemia in Italia – ha precisato Prandini – il 57% delle 730mila aziende agricole nazionali ha registrato una diminuzione dell’attività con un impatto che varia da settore a settore, dall’allevamento al vino, dall’ortofrutta all’olio, dai fiori alle piante senza dimenticare la pesca e l’agriturismo che ha azzerato le presenze. Serve un piano nazionale di interventi per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero per l’approvvigionamento alimentare in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali”.

In gioco, afferma il leader dell’organizzazione, “c’è una filiera allargata che in Italia dai campi agli scaffali vale oltre 538 miliardi con oltre 3,6 milioni di occupati: l’Italia, nonostante una storica sottovalutazione, può ancora contare su un’agricoltura che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto, ma che risulta la meno sostenuta tra quelle dei principali Paesi europei dove in vetta alla classifica ci sono al primo posto la Francia, seguita da Germania e Spagna. E la situazione potrebbe peggiorare considerata l’inaccettabile intenzione dell’Unione Europea di tagliare di crica 34 miliardi il budget agricolo attuale destinato alla Politica Agricola comunitaria (PAC)”.