“I rapporti economici con la Cina sono sempre stati positivi: per questo è inaccettabile associare la diffusione del Covid alla carne suina lombarda. Ho chiesto al console di evidenziare queste problematiche al proprio governo nel solco della consolidata collaborazione tra Lombardia e Cina in ottica di interscambi commerciali. Il problema deve essere risolto il prima possibile e queste ombre devono essere scacciate”.
Così l’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi è intervenuto in merito al recente problema del blocco di alcuni container di carni suine italiane da parte della Cina, chiedendo anche al Governo italiano di “alzare la voce contro un blocco inaccettabile”.
Il mercato cinese, ricorda Rolfi, “è fondamentale per la suinicoltura lombarda e italiana, soprattutto per quanto riguarda le parti del maiale non interessate dalla filiera del prosciutto. La Lombardia è la prima regione d’Italia, alleviamo più della metà dei suini nazionali: il settore sta soffrendo per il calo dei consumi e per la riduzione dei prezzi, si sta lavorando per scongiurare l’arrivo della peste suina e per fare un patto di filiera che consenta di fare rete e trovare nuove proposte commerciali. Il settore non può sopportare la chiusura dei mercati esteri e la Regione Lombardia farà di tutto per evitare questa situazione”.
I NUMERI DELLA SUINICOLTURA – La Lombardia ha un patrimonio suinicolo di 4.493.125 capi, pari al 52,6% del totale nazionale. A livello provinciale, i suini allevati sono così suddivisi:
Bergamo 297.011
Brescia 1.356.038
Como 2.148
Cremona 969.149
Lecco 4.269
Lodi 356.688
Mantova 1.190.459
Monza e Brianza 3.504
Milano 77.929
Pavia 233.078
Sondrio 1.834
Varese 1.018