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Pastoralismo, anche ARAL al convegno organizzato da Regione Lombardia per la Giornata Nazionale

Un’attività ancora viva e fondamentale, che rappresenta un pezzo della nostra storia ma anche del nostro presente”. Queste le parole con le quali l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi ha voluto definire la pastorizia in occasione della “Giornata sul Pastoralismo”, istituita lo scorso anno e celebrata sabato 11 novembre in Lombardia. Al convegno di presentazione della giornata, svoltosi a Milano a Palazzo Pirelli, è intervenuto anche Gianmario Tramanzoli di ARAL, che nella sua relazione ha raccontato “La salvaguardia della biodiversità e la valorizzazione delle razze autoctone lombarde”.

E’ stata l’occasione per saperne di più su un patrimonio spesso nascosto che, tra le razze bovine autoctone (Original Brown, Grigio Alpina, Verzese e Rendena), conta attualmente 1895 fattrici, cui se ne aggiungono 8901 per le razze caprine (Orobica, Bionda dell’Adamello, Lariana, Frisa Valtellinese, Verzaschese). Cinque invece le varietà ovine (Pecora Brianzola, Pecora Bergamasca, Pecora Ciuta, Pecora di Corteno, Naso nero del Vallese) per un totale di 2973 fattrici.

Le razze autoctone vanno difese perché fonte preziosa di biodiversità a variabilità genetica – ha spiegato Tramanzoli -. Adatte ad un allevamento estensivo con bassi imput, contribuiscono all’utilizzo di territori marginali in tutta Italia con grande rilevanza per il contenimento di rischi idrogeologici, sismici e di incendio”.

Naturalmente un asset fondamentale rimane quello della sostenibilità economica, che nell’azienda montana deve essere raggiunta tramite lo sviluppo di tutte le possibili forme di multifunzionalità che la zootecnia di montagna può esprimere (tra cui senza dubbio la trasformazione diretta dei prodotti tipici).

A sostegno del comparto possono senza dubbio arrivare anche iniziative significative come la candidatura al Registro delle Buone Pratiche Unesco del Patrimonio Alimentare Alpino, processo coordinato dall’Italia in partenariato con Francia, Svizzera e Slovenia che, ha concluso Tramanzoli, “ha nelle razze autoctone il punto cardine per il mantenimento degli ecosistemi montani”.